Insalata in busta, l'esperto la sconsiglia: "Ha più difetti che pregi, occhio ai batteri"

L'insalata in busta ha indubbiamente il pregio di essere della quantità "giusta", oltre che priva delle foglie 'superficiali'. Un esperto italiano, però, l'ha sconsigliata, elencando quelli che secondo lui sono i (tanti) difetti di questo prodotto.

La scorsa primavera si era diffusa una notizia relativa alla possibile sparizione dal commercio dell'insalata in busta. Secondo un allarme della Coldiretti, riportato da Tuttofood, il nuovo regolamento dell'Unione Europea sugli imballaggi metterà "a rischio" alcuni prodotti, come l'insalata in busta, ma anche i pomodorini nelle confezioni di plastica, i cestini di fragole e perfino le arance in rete. La Commissione, per ridurre ulteriormente i rifiuti in plastica, vorrebbe rendere illegali tutte le buste in plastica che contengano prodotti alimentari dal peso inferiore a 1,5 kg.

Tuttavia, come fa notare 'Il Fatto Alimentare', nell'allegato V della normativa, è specificato come il divieto entrerà in vigore "a meno che non sia dimostrata la necessità di evitare perdite d'acqua, rischi microbiologici o urti". Detto in altre parole, le famose fragole nel cestino plastica dovrebbero essere al sicuro, visto che l'imballaggio le protegge dagli urti durante il viaggio in camion; stesso discorso per l'insalata in busta, dato che è notoriamente un alimento che deperisce in fretta e che è esposto a rischi microbiologici. A tal proposito, l'esperto Claudio Rifelli ha parlato dei (pochi) pregi e dei (tanti) difetti di questo prodotto.

Insalata in busta? Meglio di no

Precisiamo che questo articolo non vuole creare alcun tipo di allarmismo, ma solo invitare i lettori a riflettere circa un bene alimentare di larghissimo consumo. Claudio Rifelli ha fatto notare che l'unico pregio dell'insalata in busta è la sua comodità. Per quanto su molte buste compaia la scritta: "Lavata e pronta al consumo", la realtà potrebbe essere diversa. L'esperto, infatti, cita uno studio dell'Università di Torino, che ha evidenziato la presenza di "tantissimi microorganismi e batteri". Ecco il video completo in cui Rifelli spiega pregi e (soprattutto) difetti dell'insalata in busta:

@katnyss213

REPOST BY • @claudio_rifelli_ita L’INSALATA IN BUSTA 👇👇👇👇 Un studio, condotto dall’Università di Torino, ha rivelato che nelle insalate già tagliate e confezionate sono presenti tantissimi microrganismi e batteri. Oltre a essere decisamente poco amiche dell’ambiente visto l’imballaggio in plastica, le insalate confezionate sono anche ricettacolo di batteri. ✅CERTO✅ Nessuno è mai morto per aver mangiato questo prodotto…ma rinunciare alla bontà di un insalata fresca 🥗 per pigrizia, nello spendere qualche minuto del proprio tempo per la preparazione, è un vero e proprio peccato .#fareladifferenza #attenzione #mangiaremale #veleni #mangiare#personeconsapevoli #green

♬ suono originale - Katnyss-213🖤

Il 'servizio' di pulizia e lavaggio si paga: quest'insalata viene venduta a un prezzo che è dalle 7 alle 10 volte superiore rispetto a quella fresca, non già tagliata e pulita. Secondo Rifelli, per evitare di aumentare i rifiuti di plastica e per avere un prodotto, forse, più pulito, è preferibile 'perdere' quei pochi minuti a lavare ogni singola foglia di insalata 'sfusa'. Al di là di tutto, questo alimento presto potrebbe sparire dalla circolazione, almeno per come lo conosciamo. Se è vero che potrebbe salvarsi dalla normativa UE, è altrettanto vero che potrebbero comunque nascere delle limitazioni e la confezione da 200 grammi a cui siamo abituati sembra destinata a sparire dalla circolazione. Entro il 2030 nell'Unione Europea circoleranno sempre meno imballaggi in plastica ed è un processo irreversibile.

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