È contemplata la decisione dei gestori dei ristoranti di consumare altre bevande oltre l'acqua naturale? Si può, cioè, chiedere di ordinare altre bevande o, in generale, dei piatti in particolare? La risposta è chiara.
Nel nostro Paese, c'è l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda la scelta dei ristoranti. In effetti, l'Italia è ricca di ristoranti di ogni genere, fascia e prezzo. Proprio per questo motivo, tante persone vanno al ristorante almeno una volta al mese, se non anche una volta a settimana: con la vasta scelta di luoghi di questo tipo, infatti, è un piacere decidere, ogni volta, in quale ristorante andare e quali tipologie di piatti scegliere. Del resto, secondo un rapporto della FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sono circa 200.000 le attività, nel nostro Paese, che sono adibite alla ristorazione.
Tra le varie tipologie di ristoranti, esiste anche la cosiddetta 'steak house'. Si tratta di un ristorante specializzato nei piatti a base di carne, soprattutto rossa. I piatti tipici di questa tipologie di ristoranti o pub, infatti, sono le bistecche, le tagliate o anche i carpacci di carne. Nonostante l'origine delle steak house non sia italiana, esistono numerose steak house anche nel nostro Paese.
Ristoranti: è possibile, per i gestori, chiedere di consumare altre bevande oltre l'acqua? Ecco la risposta
A proposito di steak house, negli ultimi tempi si è diffusa una notizia, secondo cui sul menu di una steak house di Dublino, in Irlanda, fosse stato scritto un avvertimento che recitava "Vuoi ordinare solo l'acqua? Ok, ma ricordati che non siamo un ente di beneficenza". Come ha spiegato Massimiliano Dona, noto esperto di tutela dei consumatori e Presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, questo avviso ha indignato molte persone, le quali hanno criticato la scelta del ristorante di criticare i clienti che ordinano solo acqua. A questo punto, Dona ha risposto a una domanda che sorge spontanea, in questo caso: è possibile chiedere ai clienti di consumare altre bevande oltre l'acqua di rubinetto o, in generale, di consumare almeno un determinato numero di piatti, per raggiungere un limite minimo?
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La risposta, di base, è no. Il cliente è, infatti, libero di ordinare quello che vuole. I gestori non possono ordinare ai consumatori, dunque, di consumare una bevanda più costosa, o un piatto più elaborato. C'è, però, un'eccezione, anche se questa dipende da una scelta del consumatore, più che del gestore. Parliamo, cioè, dei menu degustazione. Questi sono menu fissi, con dei piatti già determinati, e con un prezzo fisso. In questo caso, però, è il cliente che sceglie quel menu, ed è, dunque, comunque una sua decisione quella di consumare determinati piatti.

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