Perché non si può indossare il bianco dopo il Labor Day? L'insolita etichetta dell'Età dorata che ancora oggi manda in subbuglio il mondo della moda

Avete mai sentito dire che non bisogna indossare abiti bianchi passato il fatidico Labor Day? Una regola di stile un po' bizzarra, vero? Eppure, quest'imperativo fashion ha una storia molto interessante alle spalle!

La moda ha le sue stranezze, e una fra queste è la proibizione di sfoggiare bianco dopo il Labor Day. Si, proprio così, una data che suona come lo scadere di un contratto con il guardaroba estivo. Ma scopriamo un po', qual è il mistero dietro questa curiosa mania?

Una volta, nell'epoca dorata d'America, fine '800 e primi '900 per l'esattezza, l'elite di New York sfoggiava orgogliosa i propri capi bianchi mentre se la godeva nelle località di mare chic come Newport o Southampton. Non solo era questione di stile: il bianco riflette il sole e aiutava a tenersi freschi sotto il sole cocente.

Da abito pratico a status symbol

Ma non appena le foglie iniziavano a tingersi di marrone e l'aria in città sapeva di autunno, via le mise candide! A New York, le stradine non splendevano certo per pulizia e il bianco sarebbe stato un disastro al primo inciampo. Secondo Amanda Hallay, esperta di tutto quello che è moda e stile, questa storia di evitare il bianco passato il Labor Day era anche un modo per i ricconi di distaccarsi dall'ordine urbano e mantenere alto il proprio status.

Tra l'altro, c'era da fare un po' di muscoli con i nuovi ricchi, gente che voleva a tutti i costi sembrare facoltosa. Alla fine, il modo in cui ti vestivi non era solo questione di guardarsi allo specchio, ma di dire a tutti, senza parole, chi eri e quanto pesavi in società.

La moda va, il bianco resta

Ma spostiamoci al presente. Su Instagram e in generale sui social, gli influencer sembrano non farsi granché problemi a mettere in dubbio quel vecchio dettame. Ci sono quelli che, fedeli alla tradizione, non si sognerebbero mai di vestirsi in bianco dopo la fatidica data, e poi ci sono gli altri, per cui "Il bianco lo metto quando cavolo mi pare!"

Questa piccola grande rivoluzione del modo di vestire la dice lunga su come la moda sia qualcosa di vivente che muta. Le tradizioni possono essere sempre rivisitate. Specie oggi, che l'individualità va per la maggiore, una regoletta del genere rischia di apparire davvero superata. Certo, controllate sempre da dove saltano fuori certe idee, perché potrebbe trattarsi di semplici dicerie. La moda, dopotutto, è una questione personale e ognuno è padrone del proprio look.

Allora, moda e bianco: convenzione superata o intoccabile? I tempi cambiano e con loro il nostro modo di approcciare lo stile. A voi la scelta: cedere ai dogmi del passato o sfidarli coraggiosamente?

Allora, voi siete dal lato dei puristi della moda o preferite indossare il bianco senza badare al calendario? Qual è il vostro forever-color, quello che vi accompagna tutto l'anno senza mai stancarvi?

"La moda è l'armatura per sopravvivere alla realtà della vita quotidiana", sosteneva Bill Cunningham, e mai come nel dibattito sull'indossare il bianco dopo il Labor Day questa affermazione trova conferma. La regola, nata in un'epoca in cui la distinzione sociale si esprimeva anche attraverso il colore degli abiti, oggi si scontra con la democratizzazione della moda e l'affermazione dell'individualità come valore supremo. L'adesione o il rifiuto di questa norma non scritta diventa così un terreno di confronto tra tradizione e modernità, tra chi vede nella moda un insieme di regole ferree e chi invece la considera un'espressione libera del sé. In un'epoca in cui gli influencer dettano tendenze attraverso i social media, il dibattito sull'indossare il bianco si carica di nuovi significati. Da un lato, vi è chi, fedele alla tradizione, si affretta a indossare i propri capi bianchi prima del fatidico giorno, dall'altro chi sfida apertamente la convenzione, rivendicando il diritto alla libertà di espressione attraverso la moda. In questo contesto, il bianco dopo il Labor Day non è più solo una questione di colore, ma simbolo di una società in continua evoluzione, dove le regole vengono messe in discussione e dove l'unico vero dettame è l'autenticità.

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