Italia, Chiesa incompiuta: il mistero del monumento fantasma

In Italia c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire o qualche storia che merita di essere raccontata, ma la storia di questa chiesa incompiuta è davvero speciale.

Tra borghi, monumenti e bellezze naturali, l'Italia ha sempre qualche bellezza da scoprire e qualche storia d ascoltare. Le bellezze naturali e architettoniche del nostro Paese hanno un valore inestimabile e sono di un fascino indiscutibile. Parte della bellezza del territorio, per alcuni, è dovuta non solo all'oggettività ma a tutte le storie che ci sono dietro i luoghi e i monumenti d'Italia. Nel Veneto c'è una struttura, una chiesa per l'esattezza, che ha una storia davvero affascinante e misteriosa. In una piccola cittadina italiana, un progetto ambizioso nasceva dalla volontà di superare le divisioni locali. La costruzione di una nuova chiesa a Brendola non era solo un progetto architettonico, ma un simbolo di unità e collaborazione che ha segnato la storia del luogo. Ma cosa c'è di così unico e speciale in questa chiesa che ha saputo unire un'intera comunità? Nel 1926 in piccolo comune, Brendola, il campanilismo era una realtà molto dura all'epoca che divideva la popolazione. Il progetto ambizioso però subì una battuta d'arresto e adesso nel piccolo comune di Brendola sorge una chiesa incompiuta fuori dal comune.

Italia, la storia della chiesa incompiuta rimasta illesa dal tempo

Nel cuore del Veneto, Brendola, un tempo teatro di forte campanilismo, ha visto nascere nel 1926 un'idea rivoluzionaria: costruire una nuova chiesa per unire tutti i brendolani sotto un unico campanile. Un progetto che andava oltre la semplice edificazione di un edificio religioso, diventando un simbolo di unità e cooperazione. Quattro parroci, rappresentanti di diverse fazioni, si unirono in un comitato unico per questo scopo. Ma come è stato possibile trasformare un sogno così audace in realtà e perché non è stato portato a termine il significativo progetto?

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la chiesa di Brendola

 

Il 14 ottobre 1928, un evento cruciale accadde: il vescovo Ferdinando Rodolfi visitò l'area del Cerro, sancendo l'inizio dei lavori. Con un progetto guidato dall'architetto Fausto Franco, la comunità di Brendola si mobilitò in un esempio senza precedenti di collaborazione. Volontari di ogni frazione lavorarono insieme, utilizzando risorse locali come le pietre del Monte Comunale e la sabbia del fiume Guà. Questo spirito di cooperazione ha portato alla rapida costruzione delle colonne della chiesa, visibili già nell'estate del 1933. Ma cosa accadde quando l'arciprete si ammalò due anni dopo? I lavori si fermarono o la comunità trovò la forza di continuare? La malattia dell'arciprete nel 1935 non fu un ostacolo per Brendola. Al contrario, la comunità raddoppiò i suoi sforzi. I capi famiglia continuarono a portare materiali e a lavorare, dimostrando che il progetto era più di una semplice costruzione: era diventato un simbolo di resilienza e solidarietà che ad oggi però resta ancora incompiuta.

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