Condominio, parcheggiare è reato se manca questo elemento: di cosa si tratta

La Corte di Cassazione lo ha confermato: parcheggiare in un condominio altrui può essere reato, se manca un determinato elemento. Ecco di cosa parliamo.

La vita in condominio è piuttosto comune in Italia. Più di tre quarti dei cittadini italiani, infatti, vivono in un edificio che funziona da condominio. La vita condominiale è fatta di diritti e di doveri. Ad esempio, diritti sugli spazi comuni, che possono essere sfruttati a proprio vantaggio, sempre rispettando i co-condomini, e doveri, per l'appunto, collegati al rispetto delle altre persone che vivono nel determinato condominio. Diritti e doveri che vengono disciplinati da diversi articoli del Codice Civile: se ne parla, in particolare e in maniera precisa, dall'articolo 1117 al 1138. Se ne parla, altresì, in altri articoli successivi, come, ad esempio, l'articolo n°2659.

Più di tre quarti degli italiani, dicevamo, vivono in condominio: a rivelarlo è stata, in particolare, Anaci, l'Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari. Secondo questo interessante rapporto, dunque, circa 45 milioni di italiani vivono in una struttura condominiale, su un totale di 60 milioni di persone residenti in Italia. Un numero, insomma, che risulta essere decisamente alto.

Condominio: ecco quando parcheggiare è reato e perché

In questo articolo parliamo di una recente pronuncia della Corte di Cassazione, che è stata ulteriormente confermata. Come spiegato da Angelo Greco, noto avvocato italiano e direttore della pagina 'La Legge per Tutti', la Cassazione è, ormai, unanime nel ritenere che il condominio è un luogo privato. Ciò significa che parcheggiare presso un condominio non proprio, può essere considerato reato. E, in particolare, il reato di violazione di domicilio. Disciplinato nell'articolo 614 del Codice Penale, questo articolo prevede che chiunque si introduca in un'abitazione altrui, oppure in un qualsiasi altro luogo di privata dimora, contro la volontà espressa o tacita di chi può escluderlo, oppure si introduce in maniera clandestina e con l'inganno, viene punito con la reclusione da uno a quattro anni. Un reato assolutamente da non sottovalutare, dunque. Ma quando si configura effettivamente?

@angelogrecoofficial

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♬ suono originale - Angelo Greco

Ebbene, come spiega Angelo Greco, questo reato si configura quando manca un determinato elemento: e, cioè, l'autorizzazione a parcheggiare nel cortile comune da parte di almeno un condomino. È senza questo elemento che, citando l'articolo del Codice Penale, la persona va contro la volontà espressa o tacita di chi possiede la privata dimora. Angelo Greco ha, inoltre, aggiunto che commette questo reato anche chi entra dal portone di un palazzo che non è il proprio, rimasto aperto per caso. La Corte di Cassazione ha, praticamente, equiparato gli spazi condominiali a quelli di privata dimora. Ecco spiegata, dunque, la configurazione del reato di violazione del domicilio altrui.

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